Maria Gloria Poltronieri Borges, per noi tuttə Magò, è stata vittima di femminicidio nel 2020 in Brasile.
Era una donna, un’artista, una danzatrice, una suonatrice di pandeiro, una capoeirista, un’insegnante, una ricercatrice e un’alchimista della vita. L’arte è sempre stata parte fondamentale della sua esistenza e il suo principale linguaggio, era una donna piena di energia e muovendosi nel mondo ha creato tante relazioni, rimanendo impressa in molte persone. Il suo assassinio ha avuto un impatto a livello internazionale, a partire dal Brasile per raggiungere l’Italia, grazie ad un movimento di amicə e attivistə che hanno trasformato questa ingiustizia in un simbolo di lotta e resistenza.
Magò presente rende l’arte il suo principale linguaggio per parlare della violenza di genere, costruendo eventi e giornate dove tuttə possono esprimersi come vogliono: attraverso il corpo, la musica, la danza, il circo, il teatro e la poesia. Considera l’arte un linguaggio intrinsecamente potente che segue lo spirito di Magò, uno strumento che può ispirare persone diverse tra loro, un mezzo versatile per stimolare sia l’artista che il pubblico, un modo per fare politica.
Vogliamo costruire un dialogo aperto, partendo dalla nostra società, la violenza di genere non nasce dal nulla, ha radici sociali molto antiche. Studiare la struttura del nostro sistema ci dà il potere di scegliere cosa vogliamo essere e cosa non vogliamo essere.
Conoscere per destrutturare, vedere il problema per risolverlo.